Gianmarco Tognazzi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Antonio Decaro, Adriano Falivene con Antonio Milo ed Elisabetta Mirra, Sabino Zaba, Edy Angelillo insieme a Paolo Triestino ed Emanuele Barresi: ecco i grandi nomi che si alterneranno nei sette appuntamenti del cartellone teatrale 2023/2024 della casa da gioco matuziana. Un’offerta ricca e variegata in continuità con l’autorevole tradizione del Teatro dell’Opera del Casinò della Città dei Fiori. Calcheranno il palco, quindi, artisti di spessore e si assisterà a pièce tratte dalla migliore letteratura e drammaturgia mondiali, dirette da registi dal forte impatto creativo. Dopo il successo del primo spettacolo domenica 15 ottobre, che ha visto uno strepitoso Gianmarco Tognazzi ne “L’onesto fantasma”, lunedì 6 novembre andrà in scena “La coscienza di Zeno” con Alessandro Haber. Appare attualissimo il romanzo di Italo Svevo, che rispecchia potentemente le contraddizioni dell’uomo di oggi. Da qui la decisione dell’adattamento teatrale e quella di affidare il ruolo del protagonista a un attore del livello di Haber, profondo e ironico. Sarà lui a impersonare Zeno Cosini e a tratteggiarne complessità e fragilità, senso d’inadeguatezza e vittorie, autoassoluzione e sensi di colpa, la nevrosi e l’incapacità di sentirsi in sintonia con la società. Tutto ciò lo porterà sul lettino del Dottor S e alla scrittura del diario psicanalitico. Un personaggio surreale nei suoi divertenti lapsus, ostinazioni e intuizioni in grado di scuotere gli spettatori. Capolavoro della letteratura del Novecento, “La coscienza di Zeno” celebra nel 2023 il centenario della pubblicazione. Domenica 19 novembre il sipario si alzerà su Rocco Papaleo ne “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol, una delle punte di diamante della drammaturgia russa. Scritto nel 1863, è tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare. È una commedia satirica estremamente divertente, che prende in giro le piccolezze morali di chi detiene il potere e si ritiene intoccabile. Si tratta di un’opera di denuncia, che usa lo strumento della risata per mettere alla berlina la burocrazia corrotta della Russia zarista, un mondo dominato dall’ingiustizia e dal sopruso. Attenzione però: non è l’uomo a essere malvagio, è la società che lo rende corrotto e corruttore. Venerdì 23 febbraio aprirà il 2024 Antonio Decaro con “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo. Rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, si proverà a dare a questa storia un sapore contemporaneo. Quella che andremo a vedere è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili, che sono delle versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. L’avarissimo imprenditore Gervasio Savastano vive costantemente nella paura di essere vittima della iettatura. La sua esistenza è diventata un vero e proprio inferno poiché scorge segni funesti ovunque. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi e anche i suoi dipendenti sono stanchi delle assurde manie ossessive, che lo inducono a licenziare Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. Il licenziato minaccia di denunciarlo e sembra il preambolo di una catastrofe, ma siamo in una commedia spassosissima. E infatti appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro, che il commendator Savastano nota per la sua gobba. Peppino De Filippo aveva ambientato la storia nella Napoli degli anni 30, noi la gusteremo riprodotta nella Napoli degli anni 80, animata da Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Sabato 16 marzo sarà la volta di “Mettici la mano” con Adriano Falivene insieme ad Antonio Milo ed Elisabetta Mirra. Tale nuovo progetto è nato dalla saga de “Il commissario Ricciardi”: dopo il successo della serie tv, due tra i volti maggiormente coloriti si staccheranno dalle vicende del commissario e si confronteranno dal vivo con il pubblico, il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Si ritroverà la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo e martoriata dai bombardamenti, ma carica di umanità e di amore per la vita. Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina incarnerà lo straordinario sacrificio femminile dell’epoca. Seguirà sabato 23 marzo “Canto anche se sono stonato” con Sabino Zaba accompagnato dalla Stonato Band e le Swing Out Dancers. Viaggio nella musica swing dagli anni 20 fino ai 60 e, fra un brano e l’altro, aneddoti legati a un periodo storico così significativo per il Bel Paese: il jazz, lo swing, il loro arrivo in Italia e le censure del regime, le macerie della guerra e poi il boom economico. Con inevitabili rimandi ai giorni nostri, Zaba, tra i protagonisti dell’ultima edizione di “Tale e quale show” su Rai Uno, interpreterà gli evergreen di Nicola Arigliano, Natalino Otto, Fred Buscaglione e Lelio Luttazzi. Ed è proprio una canzone del maestro Luttazzi ad aver ispirato il titolo dello spettacolo. Gran finale giovedì 25 aprile con Edy Angelillo, Paolo Triestino ed Emanuele Barresi in “Que serà”. Tre amici da sempre si ritrovano una sera d’estate per una cena fra profumi e note brasiliane. Le parole, le risate e i pensieri di Filippo, Giovanni e Ninni improvvisamente cambieranno perché qualcosa di imprevisto accadrà e li costringerà a chiedersi cosa sono disposti a fare l’uno per gli altri. “Que serà” è uno straordinario racconto di amicizia e di vita con temi scomodi, ma contemporanei, affrontati con profondità e ironia.
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